L’alba di una nuova offseason…che sa di già visto.

Siamo di nuovo in offseason e come da tradizione cerchiamo tornei brevi da fare senza troppo impegno.
Quest’anno ci siamo iscritti ad un torneo all’Arsenale Padel Club. 3 gironi da 5 squadre. 4 partite di qualificazione e poi secondo classifica si va al tabellone finale Gold o Silver. L’obiettivo è giocare partite impegnative e se possibile andare a giocarci il Gold.
Lo scorso anno, stessa formula ma al King Padel Club, iniziò con una sconfitta ma nel girone restò l’unica. Poi purtroppo uscimmo subito al tabellone finale (con Vito assente però).
Alla prima partita ci tocca subito un derby. Giochiamo contro Simone (sx) e Marco (dx), amici con cui abbiamo fatto diverse partite. Le prime le abbiamo vinto senza troppi rischi, poi due partite fa una vittoria tirata annullando un loro match point e l’ultima partita una sconfitta al tie break. Il trend non è per niente incoraggiante. Se volevamo partite impegnative eccone subito una.
SET 1
Inizio io al servizio e le sensazioni non sono buone. Sia io che Vito arriviamo sempre abbastanza male sulla palla. Manca sempre un passo. Inoltre facciamo errori stupidi anche senza forzare chissà che e loro di contro sono reattivi, veloci, precisi. 1-0 senza possibilità per noi. Ci diciamo di muoverci di più e sbagliare meno. Riusciamo subito nell’intento e recuperiamo finendo il primo giro di servizi addirittura avanti 3-1. Sembra tutto piuttosto regolare. In realtà è un fuoco di paglia. Siamo entrambi affannati, respiriamo male e non stiamo prendendo la rete con regolarità. Essendo però avanti ci convinciamo che dovrebbe bastare. Loro invece salgono di livello soprattutto difendendo tutto il difendibile quindi allungando gli scambi non solo fanno punti ma ci sfiniscono ancora di più. Subiamo addirittura 4 game consecutivi andando sotto 3-5. Vado di nuovo al servizio dopo esserci detti con Vito di provare ad alzare l’aggressività. Metto in conto che arriverà qualche gratuito e dovrò mantenere la calma. Calma che già sta vacillando. Perchè gioco male e per i miei gusti loro tengono dentro qualche stecca di troppo (per i miei gusti “qualche stecca di troppo” è qualsiasi numero maggiore di 0). Tutto sommato però non siamo proprio “outplayati”. E’ solo un break. Tengo quindi il mio servizio e andiamo a giocarci l’ultima possibilità in risposta. Il game va avanti punto a punto e arriviamo al killer. Lo chiamo su di me come al solito e vado a rispondere con il colpo che oggi sento di meno cioè il pallonetto. Il piano era “alzo profondo e andiamo a prendere la rete”. Purtroppo alzo troppo profondo e vado direttamente al vetro. Il killer point che per noi era un break point per salire 5-5 per loro era un set point quindi perdiamo mestamente il primo set 6-4.
SET 2
Cerco di restare calmo. Vito mi dice “era un punto importante ma ti sentivi di rispondere. Sei andato lungo di poco. Capita”. Ok alla fine pur giocando malino e loro discretamente abbiamo perso solo per un killer point. Basterebbe salire un pò e se loro restano come stanno andiamo tranquilli. Parte Vito al servizio e subiamo subito il break. Non ce lo aspettavamo e da quel momento arriva la confusione. Siamo sotto set e break, non sappiamo neanche se aumentare la spinta o pensare tenere dentro per limitare gli errori, niente sembra funzionare e siamo pure in cattive condizioni fisiche. Si vede che non siamo lucidi perchè non abbiamo un testa un game plan preciso. Giochiamo la palla ma senza sapere cosa fare. Inoltre io non sono tranquillo perchè ogni loro stecca o nastro mi destabilizza. Loro ci conoscono, vedono che siamo in difficoltà e non mollano. Sempre veloci con le gambe, mai approssimativi e molto precisi. Sbagliano veramente poco. Non hanno chissà quanta aggressività ma è la regolarità che ci sotterra. Bella partita loro. Noi cerchiamo di opporre resistenza malgrado la condizione così così e in realtà ci giochiamo praticamente ogni game punto a punto ma arriviamo 2 volte al killer e due volte lo perdiamo. Non si possono perdere i killer quando si insegue. Infatti dopo un mezz’oretta di sofferenze finiamo anche il secondo set 6-2 per loro. Sul finale c’è pure una piccola appendice di discussione tra me e Marco che lamenta il mio atteggiamento soprattutto su un suo nastro dopo il quale Simone gli ha detto un “Bravo” che mi ha fatto impazzire e li ho guardati male. Simone sa che sono pazzo e non c’è cattiveria, Marco mi conosce un pò meno e giustamente si è infastidito. Per fortuna ci siamo chiariti subito. In effetti poco da chiarire. Errore mio al 100% che in campo divento spigoloso a volte anche se appena metto il piede fuori dal campo dimentico tutto resta un atteggiamento inutile e fastidioso sia per gli avversari di turno che per il mio compagno. So che non va bene ed è un aspetto psicologico su cui sto lavorando. Credo di stare anche migliorando ma qualche piccola spiacevole ricaduta arriva. Il mio obiettivo è che sia l’ultima davvero.
CONCLUSIONI
Anche questa off season parte con una sconfitta. Credo sia però opposta rispetto allo scorso anno. nel 2024 mi ricordo che eravamo entrati in campo poco concentrati e abbiamo perso per superficialità. Quest’anno invece eravamo invece troppo tesi. A livello cosciente non lo avvertivamo ma abbiamo respirato male tutta la partita. Poi “casualmente” finito il match facciamo il set amichevole dove vinciamo 6-2 e un super tie per concludere gli ultimi minuti dove vinciamo 10-4. Ok che loro dopo i set ufficiali avranno mollano ma perchè noi improvvisamente respiravamo bene e non sentiamo la stanchezza che era ben presente fino a 5 minuti prima? Comunque ok, la offseason serve per imparare e abbiamo imparato che è fondamentale sapere sempre cosa fare nella partita. Magari anche sbagliando e poi aggiustando il tiro ma va bene tutto piuttosto che giocare senza avere in mente un’idea di gioco. Se si gioca la palla invece che la partita si perde. Un’altra cosa che mi ha fatto riflettere sono i killer point. Solitamente rispondo sempre io ad un killer point perchè voglio levare la pressione a Vito e farlo giocare tranquillo. Toccano a lui il 70% delle palle in ogni nostro match quindi è lui che non deve sbagliare e impostare lo scambio fino a crearmi l’occasione per chiudere. Fino a qui tutto regolare. il problema è il mio atteggiamento nei killer point. Vado a giocare un killer point con l’idea che non devo sbagliare. Pensiero negativo che non porta mai bene. Come ai tempi del tennis. Ai primi tornei ogni volta che pensavo “non devo fare doppio fallo” era un ovvio doppio fallo. Le cose sono cambiate quando nelle seconde di servizio di punti importanti ho iniziato a pensare “devo farla saltare tanto con il kick per farlo giocare scomodo”. Il killer point quindi non deve essere un occasione per giocare un padel pulito e aspettare che ci regalino il punto. Il killer point è a tutti gli effetti un pressure point e quindi va giocato alzando il livello. Questo è un punto sul quale non si può negoziare. I punti non sono tutti uguali, alcuni vanno giocati meglio di altri. Vediamo, ora che ho individuato il possibile problema, nei prossimi killer cosa succederà. Oggi eravamo la squadra più debole in campo ma se i 3 killer point persi diventano 3 killer point vinti matematicamente saremmo stati 9 game pari (5-5 e 4-4) invece che 6-4 6-2. Va bene così però, oggi meritavamo la sconfitta. La offseason resta un’occasione per imparare e crescere senza la pressione del risultato…ed è appena iniziata dai!!